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Bullismo

Il fenomeno del bullismo ha assunto negli ultimi anni dimensioni preoccupanti, con diffusione sempre maggiore e con diversificazione di modalità di manifestazione.

Alla base di questa allarmante condizione vi è solitudine, disorientamento, violenza e una diseducazione all’affettività ed al rispetto degli altri.

Nella nostra scuola l’”educazione ai sentimenti” è uno degli elementi basilari della pedagogia da noi attuata, a partire dall’ambiente entro il quale gli alunni vivono: la scuola è una comunità, in cui condivisione, collaborazione, amorevolezza ed accoglimento vengono fatti respirare dal bambino, vengono in lui alimentati e coltivati, ma mai imposti come principi o valori a cui adeguarsi a discapito della libera espressione della propria individualità.

Sentendosi accolto ed accettato in tutti i suoi aspetti caratteriali, seguito con attenzione e con amore, vedendo come anche gli adulti si rapportano l’uno con l’altro con altrettanta cura e rispetto, anche l’alunno più riottoso ed aggressivo depone gradualmente le proprie armi di difesa e depotenzia la inclinazione alla prepotenza ed alla prevaricazione.

E’ importante agire sull’individuo sin dai primi anni di vita per aiutarlo a crearsi un’identità forte e positiva, una coscienza di sé ed una consapevolezza del valore di ogni essere umano, della sua unicità ed importanza.

Anche la scelta di alcuni contenuti didattici è motivata da questo processo di “educazione dell’anima”: la biografia di personaggi che hanno contribuito all’evoluzione ed il progresso dell’umanità; la bellezza, l’armonia ed il senso del sacro di alcune opere d’arte; la lettura di brani che contengono significati morali, civili, spirituali di una certa levatura, divengono utili strumenti di edificazione e valorizzazione dell’essere umano.

Nei 38 anni di attività didattico-pedagogica abbiamo verificato che gli alunni che hanno frequentato la scuola sin dalla Materna non hanno mai manifestato forme di prepotenza ed aggressività tali da poterle minimamente paragonare ad atti di bullismo. Gli alunni che, viceversa, si iscrivevano presso di noi nelle classi successive, o addirittura alla scuola Media, e che presentavano personalità violente e dissacranti, hanno gradualmente mitigato, contenuto o addirittura eliminato i propri modi, stabilendo con docenti e compagni rapporti di fiducia e di apertura. L’esperienza ormai trentennale ci ha quindi sempre confermato che non è con le misure disciplinari rigide che si può liquidare un problema di questa entità, ma con un lavoro pedagogico che inizi nell’infanzia e che sia costituito di esempi reali, di sentimenti forti e coerenti, di approfondimento e di grande attenzione verso l’individuo-alunno.

Grande attenzione va portata anche all’ambiente extra scolastico nel quale il ragazzo vive, per cui stabilire con i genitori un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione, di scambio di idee, elaborazione di una lavoro comune si rivela uno dei punti fondamentali di promozione di un progetto rieducativo che sia incisivo e duraturo.

Riunioni di Pedagogia su temi inerenti l’infanzia, l’età prepuberale e la prima adolescenza consentono il sereno scambio di pensieri ed utili indicazioni per aiutare colui che ha la tendenza ad essere bullo ma anche colui che subisce la sua azione: entrambi, in un certo senso, vittime di un sistema violento in cui tutto sembra attentare alla sanità morale dei giovani ed al loro equilibrio psico-fisico.

E’ importante che genitori ed educatori si interroghino sull’uso dei nuovi mezzi di comunicazione, da Internet a Facebook, sui videogames, su quello che la cultura in genere provoca nei giovani e sul senso dell’equilibrio.

Tra un giusto controllo sui propri figli e l’accoglienza e l’ascolto dei loro bisogni.

La nostra scuola è aperta ad ogni tipo di confronto, di scambio e di consiglio, avendo come obiettivo prioritario la crescita armonica di ogni individuo.

ADHD

I bambini affetti da “sindrome da deficit di attenzione e iperattività” vengono da noi seguiti con l’eventuale ausilio di un docente di sostegno e di un AEC (Assistente Educativo Culturale), che tende a supportare il docente di classe qualora l’alunno non sia facilmente gestibile e abbia bisogno di controllo e di essere continuamente richiamato ad una maggiore presenza a sé stesso.

Tuttavia vale quanto già detto per i DSA e per il bullismo.

Un ambiente familiare, accogliente, sereno, che includa tutti senza pregiudizi o valutazioni di alcun genere; una didattica coinvolgente, viva e sicura di arido nozionismo portano di per sé un clima sereno e distensivo, atto alla concentrazione ed alla partecipazione.

L’utilizzo consapevole delle varie discipline artistiche, inoltre, aiuta l’alunno a convogliare in modo positivo la sua iperattività, incanalandola nella produzione di elaborati originali.

L’acquarello induce distensione e calma: l’elemento liquido ammorbidisce gli eventuali spigoli caratteriali e lascia libero l’alunno di esprimere le proprie emozioni, liberandolo dalla tendenza all’opposizione.

L’uso di un materiale come la creta, che va manipolata a volte con energia ma anche con precisione, assorbe gran parte dell’agitazione a volte scomposta che questa sindrome produce.

DSA 

La legge 8 ottobre 2010 n.170 riconosce “la dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia quali DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) e garantisce il diritto allo studio attraverso percorsi individualizzati nell’ambito scolastico”.

Come la scuola Paritaria, attenta alle indicazioni nazionali, abbiamo quindi “ufficializzato”, in modo coerente a tali orientamenti, un progetto di inclusione che, di fatto, già costituiva uno dei cardini fondamentali del nostro metodo; attualmente ci avvaliamo di personale specializzato in tali disturbi, che opera come punto di riferimento e di coordinamento tra le varie attività di recupero, di sostegno, di potenziamento; collabora von il corpo docente ad individuare i BES (bisogni educativi speciali) e ad elaborare i P.d.P. (piani didattici personalizzati), con le misure compensative e dispensative pertinenti al tipo ed al grado di disturbo.

Tuttavia, dopo un’attività scolastica più che trentennale, possiamo affermare che comunque il nostro metodo pedagogico è tale da poter già accogliere ed aiutare i bambini che presentano disturbi di apprendimento, di far migliorare notevolmente il loro processo di crescita, di accrescere la stima e la fiducia in sé stessi.

La Didattica si basa su conoscenze pedagogiche profonde che hanno come obiettivo prioritario quello di aiutare la formazione della personalità del bambino in modo completo, nella sua parte intellettiva, in quella emozione affettiva ed in quella della volontà.

L’insegnamento a cicli, ossia secondo l’alternanza di un ciclo letterario con uno scientifico, secondo una RITMICITA’, riduce la deconcentrazione e la dispersione di energie; immette l’alunno in un contenuto che può approfondire ed interiorizzare, accendendo in lui entusiasmo e calorosa partecipazione; lo induce a smuovere la volontà e a collaborare attivamente alle iniziative didattiche.

La didattica non nozionistica, non razionale ma emotiva, vivace e basata sulla conoscenza che l’alunno abbia come facoltà naturale di apprendimento L’IMMAGINAZIONE, fa sì che ogni alunno possa imparare senza appesantire troppo il suo mentale, acquisendo quel tanto che corrisponde al suo reale processo di crescita.

Inoltre, i vari laboratori artistici (acquarello, scultura, musica, teatro, lavori manuali ecc.) oltre che il supporto dell’ARTE ad ogni attività didattica come collante tra apprendimento ed espressività, come possibilità di far manifestare ad ognuno la propria vera personalità, risultano aiuti validissimi, quasi terapeutici, per immettere anche l’alunno con difficoltà in un clima sereno, rassicurante, in cui si può esprimere liberamente e creativamente, rafforzando la coscienza di sé e la fiducia nelle proprie possibilità e potenzialità.

RITMO, IMMAGINAZIONE, ARTE, insieme ad una pedagogia che miri a valorizzare i punti di forza di ogni alunno e a stabilire rapporti di fiducia e di collaborazione; l’apporto personale specializzato e la grande attenzione e cura dedicata ad ogni singolo individuo fa sì che, anche i DSA trovino soluzioni, miglioramenti e, spesso, come si è constatato, risoluzioni ai propri problemi.

Va infine detto che i casi più gravi di DSA sono stati bambini provenienti da altre scuole, mentre quelli provenienti dalla nostra scuola dell’Infanzia e dal biennio della nostra scuola Primaria hanno presentato quadri meno problematici.

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