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SCUOLA
ARCOBALENO
Scuola paritaria dell'Infanzia
Scuola Primaria
Scuola Media parentale
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La nostra Storia
La Scuola Arcobaleno è stata fondata per impulso della signora Bianca Maria Scabelloni (1923-1990), che aveva maturato sin dall’immediato dopoguerra importanti esperienze pedagogiche, specialmente presso la scuola steineriana di Milano. Tali esperienze le avevano consentito di individuare le linee portanti di un metodo didattico e pedagogico che, muovendo dalle intuizioni fondamentali di Rudolf Steiner, si inserisse armonicamente nella particolare connotazione della tradizione culturale italiana. Da qui l’idea, meglio l’esigenza, di una scuola che ne divenisse palestra di sperimentazione.
Questa sua aspirazione poté realizzarsi nel 1979, quando con alcuni amici fu inaugurata la Scuola Materna Arcobaleno nella sede di Via Annibal Caro, in cui la scuola sarebbe rimasta fino al 1994. Qui, in un grazioso villino dei primi del ‘900, fu istituita una prima classe di scuola materna, cui in seguito se ne aggiunsero altre due e quindi, anno dopo anno, fu avviato e portato a compimento anche il ciclo elementare.
Nell’arco di un decennio l’Arcobaleno era diventata una scuola materna ed elementare non di grandi dimensioni, ma ben organizzata. Si andava intanto costituendo e formando un corpo insegnante sotto la guida della Signora Scabelloni, Mimma, per i tanti amici che la conobbero.
L’esperienza maturata durante l’attività scolastica veniva rielaborata in una serie di incontri che avvenivano a vario livello e che coinvolgevano gli insegnanti, i genitori, la Direttrice e la Signora Scabelloni. Essi rispondevano ad una triplice utilità: conoscere approfonditamente le personalità dei singoli bambini, giovare alla formazione degli insegnanti, verificare e sviluppare il metodo didattico-pedagogico.
L’impostazione di questi incontri non era quella di una semplice trasmissione del metodo elaborato dalla Fondatrice, quanto quella di un continuo lavoro di ricerca e di comprensione dello stesso, in cui i singoli insegnanti si sentivano soggetti attivi di tale elaborazione e non solo i ricettori di una dottrina cristallizzata. L’esperienza della Scuola Arcobaleno, che abbraccia ormai quasi un trentennio, è sempre stata in questo senso particolarmente impegnativa per chi vi ha avuto parte in qualsiasi modo; essa è stata ed è uno sprone a riconsiderare continuamente non solo la preparazione e la capacità dell’insegnate, ma anche e soprattutto il suo modo di essere individuo e persona che incontra altre persone.
A tal proposito, R. Steiner afferma che “per il primo periodo della vita, dalla nascita ai sette anni, ciò che io (l’educatore) ho imparato (culturalmente) è di minima importanza per l’educazione del bambino. Della massima importanza è quale uomo io sono, quali impressioni il bambino riceve attraverso me, se egli mi può imitare (…). Per il bambino piccolo, fino ai sette anni, quello che è più importante nell’educazione è l’uomo. Per il bambino dai sette anni alla pubertà, la cosa più importante è l’uomo che si trasforma in vivente artisticità della vita” (Educazione del bambino e preparazione degli operatori, Milano 1977)
Gli anni sono trascorsi e “la navicella lanciata nello spazio”- come un amico definì la Scuola Arcobaleno nel giorno della sua inaugurazione - ha continuato a procedere.
Come tutti gli organismi viventi, anche la Scuola Arcobaleno ha subito dei mutamenti. La fondatrice ci ha lasciato nel novembre del 1990; gli insegnanti e gli amici che nel tempo si erano riuniti intorno alla scuola ritennero, in quella occasione, di continuare l’iniziativa, assumendosi la responsabilità di proseguire l’esperienza di studio e di applicazione già avviata.
Poco dopo si rese disponibile una nuova sede in Via Innocenzo X, dove è stato possibile accogliere un maggior numero di alunni.
Dal 2003 la Scuola Arcobaleno ha acquisito lo stato di scuola Paritaria, in linea con il nuovo ordinamento scolastico. Insegnanti e genitori che negli anni si sono aggiunti al nucleo originario, ne hanno condiviso motivazioni ed impulsi, mantenendo una totale disponibilità anche dopo l’esaurirsi professionale della loro esperienza. Le varie iniziative che essi hanno voluto intraprendere, si sono connesse a titolo diverso all’attività della scuola.
In tal senso la nostra scuola rappresenta uno ‘spazio aperto ’, dove attività di collaborazione da parte dei genitori, ex alunni ed altri, trovano e hanno sempre trovato accoglienza, in armonia con i principi di ‘Scuola-Comunità’ che si sono sempre voluti perseguire. In questi ultimi anni, soprattutto dopo il riconoscimento della Parità, con il conseguente dovere di confrontarsi con la burocrazia, il sistema scolastico pubblico e le indicazioni nazionali, la nostra “navicella lanciata nello spazio” ha toccato, in qualche modo, terra. Questo ha fatto sentire ancor più la responsabilità, da parte di tutti coloro che hanno aderito alla sostanza del nostro Metodo, di porsi come un’alternativa libera e valida alla scuola statale, conservando lo spirito di una comunità attiva ed operosa, aperta ad accogliere tutte le diversità e a proseguire nel suo lavoro di ricerca e sperimentazione ma, dall’altra, di costruire un ponte con l’esterno, ponendo molta attenzione ad una società sempre più complessa e con stimoli diversificati ed alle grandi trasformazioni delle nuove generazioni.
Abbiamo quindi cercato di rispondere in modo adeguato e coerente alle richieste dei tempi, preparando i nostri alunni ad affrontare il mondo e la società in generale, senza costituirci come una sorta di “isola felice”, avulsa dalla realtà circostante.
Molte sperimentazioni e metodologie messe in atto, la diversificazione di prassi didattiche a seconda del ciclo di studi, sono dovute proprio a questa esigenza profonda della nostra Pedagogia: formare l’individuo secondo una libera ed etica manifestazione del suo essere.
Nell’agosto del 2011, la nostra scuola ha dovuto affrontare un ulteriore cambiamento per questioni di sede: si è infatti trasferita in via del Casaletto 580, in un quartiere completamente nuovo, in un edificio più piccolo e con un numero inferiore di alunni. Questa per noi è una delle tante sfide che la volontà di prosecuzione delle nostre attività ci ha presentato e che noi accogliamo con il medesimo entusiasmo e con immutata fiducia in un metodo in cui l’individuo-bambino sia l’unico vero protagonista.
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